domenica

Presentazione

Salve...mi chiamo Concetto Suma. Voglio dirvelo subito: sapete, io ho fatto la guerra, la Grande Guerra. E voglio dirvi subito anche questo, che ho voluto raccontare questa storia, quella che è toccata a me...
Qualche informazione sulla mia storia lo trovate qui e lo potete leggere con calma….

In queste pagine invece il mio compito è un po’ diverso: una mia pronipote e suo marito hanno girato l’Italia e anche mezza Europa cercando di capire cosa era successo a me e agli altri sei milioni di soldati che hanno combattuto la Grande Guerra e hanno recuperato un centinaio di immagini che trovate in questo photoblog e sulle quali mi hanno chiesto di fare da guida. Ci proverò un po’…alcuni luoghi li conosco bene, altri un po’ meno, ma proverò lo stesso a prendervi per mano e far rivivere le pietre, i paesaggi e le montagne che troverete in questo blog.
Se vi serve qualche informazione aggiuntiva,
mandate una mail

sabato

Carso e Isonzo

La trincea blindata italiana ai piedi del Sei Busi, su cui sorge il sacrario di Redipuglia
Un paletto del Genio, con la stella dell'Esercito, sul Podgora, vicino Gorizia
La piana di Caporetto che fu invasa dalle truppe tedesche ed austriache il 24 ottobre del 1917. Di fronte, la valle che fu utilizzata per penetrare nella pianura friulana costringendo gli italiani a ritirarsi oltre il Piave
In questo quadro esposto al Museo del Risorgimento al Vittoriano è ben espresso cosa succedeva durante gli attacchi.
Gorizia, il poggio di Santa Caterina e, sulla destra il Monte Sabotino, vista dal Monte Santo

E' proprio quassù che furono sorpresi i miei compagni di reggimento il 24 ottobre del 1917, quando gli austriaci e tedeschi sfondarono il fronte più a nord, a Caporetto.
Feritoia nella trincea blindata del Monte Sei Busi
Il sottopassaggio a Lucinico dove il tenenete Aurelio Baruzzi, della Brigata Pavia, con un manipolo di uomini catturò 300 austriaci durante l'avanzata verso Gorizia nell'agosto del 1916.

venerdì

Asiago: Paù, Zovetto e Cengio

La stazione di Campiello, sulla linea ferroviaria tra Piovene Rocchette ed Asiago. Di questo luogo ne parla Carlo Emilio Gadda nel suo 'Giornale di Guerra e prigionia', Garzanti 2002 a pagina 158. Gadda, mitragliere del 41^ Reggimento della 'Brigata Modena', raggiunse la stazione di Campiello nell' agosto del 1916 , provenendo dalla Val d'Assa.
Una pietra del Genio sulla piana di Malga Paù
I resti della trincea italiana sul Monte Paù occupata dalla Brigata Udine nel giugno del 1916
La Val d'Astico vista dal Monte Paù, con il Monte Cengio sulla destra. Questa era la vista dalla trincea in cui erava apposta nel giugno del 1916 il II battaglione del mio reggimento.
Un baraccamento italiano tra la Croce di S.Antonio in Val di Nos e le pendici di Monte Zebio. In questo bosco, nel giugno del '17, era posizionato il 151^ reggimento della 'Brigata Sassari'
A sinistra un mio commilitone su uno sperone roccioso del Cengio nel 1916_; a destra la mia pronipote Francesca, sullo stesso posto dopo 87 anni....
Malga Carriola, sede del comando della Brigata Liguria dopo la perdita del Cengio. Da qui il generale Papa impartì gli ordini per la difesa dello Zovetto il 15 e 16 giugno del 1916.
Questa è Malga Paù, la sede del comando della mia Brigata durante la battaglia di arresto degli austriaci nel giugno del 1916.
Le pendici del Monte Zovetto dalla Val Cagnaglia. Oltre che da Cesuna, anche da qui partirono gli austriaci per attaccare la cima tenuta dalla Brigata Liguria nel giugno 1916.
Osteria Barricata (sulla strada del Costo, tra Piovene Rocchette ed Asiago), dove venne posto il comando della 33^ divisione nel giugno del 1916 dopo l'arretramento dovuto alla perdita del Monte Cengio
La base della colonna romana posta in fondo a Magnaboschi ad indicare il luogo di massima avanzata degli austriaci con la Strafexpedition
Asiago visto dal Monte Zovetto
Passi sulla neve in Val Magnaboschi. In questa area passava la linea italiana e in corrispondenza di questo punto era posizionata la postazione di mitragliatrice di Carlo Emilio Gadda, come narrato a pagina 117 del 'Giornale di Guerra e Prigionia'. CEG trascorse in questa postazione il periodo tra il 22 giugno del 1916 fino ai primi di luglio.
Il cippo sulla cima dello Zovetto, dedicato alla Brigata Liguria che, anche con il supporto di alcune compagnie della Brigata Udine, difese la cima del monte.
La Val Canaglia, verso Campiello. Sulla destra il vecchio percorso della ferrovia che collegava Asiago con Piovene Rocchette.
Monte Pannoccio, dove sono stato impegnato in alcuni duri scontri nel giugno del 1916
dopo l'occupazione di Monte Cengio da parte degli Austriaci.

martedì

San Michele

Il semplice ricordo del fante a Cima 3 del Monte San Michele
Le Brigate impegnate sul San Michele: la Regina, la Brescia, la Pisa, la Siena, la Bologna, la Ferrara, la Palermo, la Lombardia, la Verona, la Sassari, la Firenze.
e l'elenco continua...queste brigate furono decimate, con oltre 6500 soldati uccisi dal gas usato dagli austriaci nell'attacco del 29 giugno 1916.

Il ricordo degli scontri del 1917 della Brigata Sassari, sul monumento ad essa dedicato sul San Michele.
Un altro particolare del momumento alla Brigata Sassari sul Monte San Michele
La poesia 'San Martino al Carso' alle porte del paese ai piedi del San Michele. Fu scritta dal mio commilitone Giuseppe Ungaretti mentre combatteva sul San Michele, il 5 agosto del 1916
I resti di un trinceramento italiano sul San Michele

lunedì

Malga Lora, Monte Fior e Castelgomberto

Malga Lora. Quassù arrivò la Brigata Sassari provenendo da Foza il 7 giugno 1916, a rinforzo dei battaglioni alpini 'Val Maira', 'Monviso', 'Agentera' e 'Morbegno' ai comandi del colonnello Pirio Stringa .
I roccioni di Castlegomberto sotto i quali arrivarono i fanti della 'Sassari' il 7 giugno del 1916. Qui irruppero gli austriaci il giorno dopo costringendo la prima linea italiana sulla linea arretrata sul Fior. La perdita del Castelgomberto è raccontata da Emilio Lussu a pagina 44 di 'Un anno sull'altopiano'
Una lapide di ricordo al Maggiore Giuseppe Baratono, caduto nella seconda battaglia delle Melette il 16 novembre 1917
La linea sul Monte Fior dove ripiega la 'Sassari' il pomeriggio dell' 8 giugno del 1916
Un'altra lapide commemorativa della Brigata Sassari sul Castelgomberto, duramente conteso nel 1916
La trincea italiana di Monte Fior, sulle Melette
Una strada militare tra Malga Lora e la piana di Marcesina.
Gira e rigira per queste strade, alla fine la mia pronipote e suo marito si sono giocati la coppa dell'olio della loro automobile..
Nella nebbia, la selletta 'Stringa' sul Castelgomberto. La sella è dedicata al tenente colonnelo degli Alpini Stringa, che Lussu incontra a Malga Lora. L'incontro è descritto nel cap. IV, p.33 di 'Un anno sull' Altopiano', Einaudi - Torino.
Nello stesso capitolo viene descritto l'ordine di occupare la sella seguito dal contrordine di ritiro verso la linea Fior-Spill.

Monumento sul luogo in cui cadde il 20 giugno del 1916 il sottotenente Umberto Anesi degli alpini, volontario trentino
Trinceramenti a Monte Fior
Da Monte Fior: Malga Lora in basso a destra e , dietro, il Castelgomberto. Dove passa la strada la 'terra di nessuno' dopo il 9 giugno 1916.
La trincea di Monte Fior dove si insediarono l' 11^ e 12^ compagnia del III battaglione della Brigata 'Sassari' dopo gli scontri dell' 8 giugno del '16.
Resti di baraccamenti italiani nei pressi di Malga Lora. Questa zona divenne 'terra di nessuno' dopo gli scontri dell' 8 giugno del 1916.
Monte Fior visto dalla piana di Malga Lora
Il momumento a Malga Lora, sulle Melette, dedicato a sei battaglioni alpini che hanno combattuto nella zona.

domenica

Monte Zebio

Mucche su Monte Zebio
Una feritoia del trincerone austriaco di Monte Zebio
Come vedevano Asiago e Cesuna gli austriaci, dalla trincea di Monte Zebio
Una pozza che occupa il cratere creato da una bomba, sullo Zebio
La zona nord dell' Altopiano di Asiago da q.1706 di Monte Zebio: Zingarella in primo piano, Corno di Campo Verde e -sullo sfondo - Cima Dodici. Lungo queste cime correva, nell' estate del '17, il fronte.
Postazione di mitragliatrice austroungarica sullo Zebio
Una postazione austriaca su Monte Zebio. Al centro della foto si nota una ampio spiazzo allo scoperto.
Su questo sbalzo si gettarono i fanti del I battaglione del 145° Reggimento, Brigata 'Catania' il 10 giugno 1917. L'attacco partì alle 15.20 e raggiunse la trincea austriaca, che si vede in primo piano, ma i soldati italiani furono respinti.
Una seconda ondata è stata lanciata quassù alle 16.30, ma senza successo. In questo terreno scoperto, in quel pomeriggio si sono registrati 89 morti, 944 feriti e 175 dispersi.

L'attacco su questo punto fu ritentato il successivo 18 giugno: due ondate della 'Catania' trovarono un varco nei reticolati, ma raggiunte le postazioni austriache vennero uccisi o fatti prigionieri.

Su questo tratto di fronte, che ricomprende anche quello su cui attaccò la brigata 'Veneto', il 18 giugno si registrano 347 morti, 1178 feriti e 127 dispersi. Come si vede, è andata molto peggio rispetto il 10, ma il risultato è lo stesso....
La lapide posta nel punto più alto della Pista Stadler, che collega Monte Zebio con Asiago
Un deposito di materiali austroungarico in prima linea, sulla sommità di Monte Zebio
La trincea restaurata della 'Sassari' alle pendici del Monte Zebio. Il tratto della foto è immediatamente adiacente al Comando della Brigata.
Il 10 giugno 1917 tre compagnie del 151° e una del 152° arrivano su questa linea, costituendo l'unico successo della giornata su tutto il fronte dell'altopiano. La 'Sassari' ebbe molte perdite e fu costretta a ripiegare. L'attacco è raccontato da Lussu nel XXVIII capitolo di 'Un anno sull'Altopiano'.
La lapide, sotto la cima di Monte Zebio, sul luogo dove ebbe il battesimo del fuoco il 10 giugno del 1917 Don Giovanni Minzoni. Don Minzoni era il cappellano militare del 255° Reggimento, della brigata 'Veneto'. In questo punto furono ricacciati indietro durante gli scontri del 10 e 18 giugno del 1917. Don Minzoni fu poi ucciso dai fascisti nel 1923.
Il ricordo dei genitori di un tenente italiano morto sul Monte Zebio nel 1917